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Data Pubblicazione: lunedì 23 maggio 2016
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Il 9 maggio si celebra la Festa dell'Europa. Ma quale Europa?

Il 9 maggio si è celebrata la festa dell’Europa, ovvero il sessantaseiesimo anniversario dell’Unione Europea, giorno in cui l’allora ministro degli Esteri francese, Robert Schuman, aveva proposto di dare vita a un singolo Paese in cui sarebbero stati condivisi carbone e acciaio.

Ora ci troviamo ben lontani da ciò che una comunità dovrebbe rappresentare e, forse, festeggiare l’unione di tanti Paesi, che uniti non si trovano più da tempo, si dimostra incoerente con i fatti attuali.

I festeggiamenti sono stati avviati a Roma, con i bambini delle scuole elementari che hanno trasportato la bandiera italiana accompagnata da quella europea. A presenziare, cantando l’inno alla Gioia e l’inno di Mameli, il coro della scuola Sinopoli, accompagnato dalla banda musicale della Polizia Locale.

Insieme c’erano anche 1.500 studenti, i quali hanno fatto volare in aria dei palloncini accompagnati da un messaggio di pace, l’Alto rappresentante dell’Unione per gli Affari esteri e la politica di sicurezza nonché Vicepresidente della Commissione europea, Federica Mogherini, il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega agli Affari europei, Sandro Gozi, e il Commissario Straordinario di Roma, Francesco Paolo Tronca.

Federica Mogherini ha ricordato di come l’Europa abbia avuto origine proprio in quella capitale italiana, sottolineando che, oggi, il continente si trova in una situazione di stallo e che mette in pericolo la credibilità di questa stessa comunità.

Nella Festa dell’Europa sono stati numerosi i Paesi a festeggiare qualcosa che non ha senso essere celebrato, perché, come ricorda la vicepresidentessa, la nostra unione sta venendo messa a serio rischio e, invece di aiutarsi l’un l’altro, ci sono Paesi che preferiscono innalzare barriere e intervenire solo quando sono loro ad aver bisogno di aiuto.

A questo punto ci si chiede se ha ancora senso parlare di Europa Unita a queste condizioni, che dimostrano che il vecchio continente è tutto, tranne che una sola cosa.

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