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Data Pubblicazione: giovedì 14 aprile 2016
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Disoccupazione giovanile in calo a febbraio, ma i dati non sono positivi

Arrivano i dati Istat sulla disoccupazione del mese di febbraio, che sono tutt’altro che confortanti. Si registra un incremento della stessa rispetto al mese precedente, con un tasso pari all’11,7% e lo 0,1% in più rispetto a gennaio.

Si parla di 7mila inoccupati in più, dove gli uomini risultano essere una parte consistente di questo numero. L’unico dato positivo riguarda la disoccupazione giovanile, dove si registra il -0,1% rispetto a gennaio, con un totale di 39,1% giovani disoccupati. Certo è che si tratta di un numero davvero minimo, ma bisogna pur partire da qualche parte.

Sembra che, invece di vedere dei miglioramenti, si continui a peggiorare, registrando un minimo aumento dei disoccupati nel mese di febbraio, secondo l’Istat. E, allora, se l’anno era iniziato male, prosegue anche peggio, pur trattandosi di numeri minimi per poter essere considerati veramente allarmanti.

Anche il ministro del lavoro, Giuliano Poletti, commenta in positivo, considerando principalmente il calo dei disoccupati, essendo, tuttavia, affiancato da una minima, ma reale, crescita secondo alcune categorie.

A pesare ulteriormente sulle assunzioni è il taglio agli incentivi alle imprese, con un calo dei dipendenti a tempo indeterminato che raggiunge la soglia di dicembre 2015, rispetto a un gennaio che, almeno sotto questo punto di vista, era partito in positivo.

Diminuisce la disoccupazione su base annua del 4,4% (136.000 individui in totale), con un numero di occupati equivalente allo 0,4%. Anche gli inattivi hanno visto una riduzione dello 0,7%. Proprio tali incentivi, in passato, erano stati un trampolino di lancio per molte aziende per assumere personale.

Dati positivi che continuano ad affiancarsi ad altri negativi, dimostrando un costante oscillamento sui numeri registrati. Sarà, quindi, necessario prendere in considerazione anche quelli riferiti ai mesi successivi per stabilire un risultato effettivo. Certo è che, prima di poterci definire fuori dalla crisi, occorrerà un incremento più costante del numero di occupati.

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